Interventi
L'Europa e la strategia europea delle prossime elezioni
Superata la crisi economica e finanziaria dei debiti sovrani l'UE avviò un processo volto a rafforzare l'architettura dell'UEM. Tale processo si basa sulla relazione dei cinque presidenti "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa" dell’ormai lontano 2015:
un'Unione economica autentica;
un'Unione finanziaria;
un'Unione di bilancio;
un'Unione politica.
Quattro unioni strettamente collegate tra loro. Alle relazione è seguita una serie di comunicazioni, proposte e misure. La discussione è tuttora in corso ma non sono stati fatti passi rilevanti in questa direzione.
Questi obiettivi sono traguardi ardui da raggiungere perché prevedono cessioni di sovranità da parte dei paesi membri. Ma senza questo sforzo, i singoli paesi membri non avrebbero alcuna capacità di incidere sulle regole globali, piuttosto ne subirebbero solo gli effetti.
Di fatto, queste riforme hanno subito uno stallo e solo nel 2020 è stato avviato il riesame per verificare l’efficacia di uno dei presupposti di ogni Unione, ovvero la serie di meccanismi di sorveglianza delle politiche di bilancio collegati al Patto di Stabilità e Crescita (PSC) introdotti nel 2011 e 2013, i cui obiettivi erano:
garantire finanze pubbliche sostenibili e una crescita sostenibile evitando squilibri macroeconomici;
creare un quadro di sorveglianza integrato con maggiore coordinamento delle politiche economiche;
promuovere la convergenza dei risultati economici tra gli Stati membri.
Nel novembre 2022 la Commissione ha presentato una comunicazione dei principi guida della riforma del PSC e le rispettive proposte legislative il 26 aprile 2023. La proposta riforma la sorveglianza sui bilanci pubblici (cd. braccio preventivo), la procedura per i disavanzi eccessivi (cd. braccio correttivo) e la Direttiva sui quadri di bilancio degli Stati membri.
Il compromesso raggiunto dal Consiglio a dicembre 2024 rispetto alla proposta della Commissione non va nella direzione di semplificare le regole fiscali del braccio preventivo, contravvenendo una delle maggior aspettative. L'aggiunta da parte del Consiglio di due vincoli rigidi sul debito e sul disavanzo uguali per ogni paese da applicare anno per anno, è incompatibile con le regole (rimaste) della Commissione di aggiustamento a fine percorso (settennale).
Compromesso che viene ammorbidito per i paesi in procedura di deficit eccessivo (braccio correttivo): prima del piano di aggiustamento fiscale e strutturale descritto sopra, devono terminare la procedura, generalmente triennale, per riportare il deficit al di sotto del 3%.
Sintetizzando, in termini di aggiustamento di bilancio, il braccio preventivo scontenta tutti i paesi con meno disciplina fiscale, il braccio correttivo invece concede il tempo necessario per terminare senza troppi sforzi il proprio mandato politico.